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IMPARARE IN SILENZIO: RACCONTO DI UN’ESPERIENZA CHE LASCIA IL “SEGNO”

Ventidue ragazzi della nostra scuola per otto pomeriggi hanno imparato, comunicato, raccontato, ma in silenzio. Gli studenti, provenienti da una classe quarta e due quinte del percorso socio-sanitario hanno deciso di partecipare al corso pomeridiano previsto all’interno del PON- Programma Operativo Nazionale per la scuola, competenze e ambienti di apprendimento dal titolo “In-Segniamo, percorso di sensibilizzazione sulla lingua dei segni italiana”. L’obiettivo del percorso è stato quello di offrire nozioni generali sia teoriche che pratiche sulla LIS, la lingua dei segni utilizzata dalle persone sorde in Italia. Il percorso si è proposto di sensibilizzare gli studenti sulla disabilità sensoriale uditiva, fornendo degli strumenti concreti per operare in contesti dove sono presenti persone con sordità; e’stato condotto dalla dott.ssa Vanessa Rossetti, pedagogista ed interprete LIS, con la partecipazione dell’ENS (Ente Nazionale Sordi) di Varese. In linea con il profilo in uscita del diplomato di istruzione professionale dell’indirizzo “Servizi socio-sanitari“, si è voluto riflettere con gli studenti sulle competenze necessarie per organizzare ed attuare interventi adeguati alle esigenze socio-sanitarie delle persone sorde, per la promozione di una vita autonoma ed integrata. Attraverso lezioni pratiche e teoriche, video, testimonianze dirette ed indirette sono stati affrontati i seguenti argomenti:

  • apprendimento del lessico dei segni di uso quotidiano, basi della grammatica della LIS , funzioni linguistiche (fare richieste, fare lamentele, accettare, rifiutare), comportamenti “culturali” (come chiamare e attirare l’attenzione);
  • cenni sulla cultura e sulla vita sociale delle persone sorde, sui loro bisogni educativi e sulle esigenze comunicative peculiari della disabilità uditiva.

Al termine del percorso gli studenti sono in grado di:

  • conoscere le basi della comunicazione visivo- gestuale e della LIS
  • produrre e comprendere semplici messaggi in lingua dei segni
  • mediare la comunicazione in lingua dei segni
  • entrare in contatto in modo adeguato con persone sorde
  • compredendere i bisogni delle persone con difficoltà comunicative.

Durante le lezioni i ragazzi hanno mostrato un interesse vivo per gli argomenti trattati, rivelando una curiosa ed intelligente attenzione verso un mondo a loro in parte sconosciuto e dimostrandosi sensibili e partecipativi durante gli incontri con le persone sorde dell’associazione ENS.

In due occasioni è stato infatti possibile mettere in pratica gli apprendimenti: durante un’uscita didattica e in un incontro a scuola.

Il 13 aprile i ragazzi hanno partecipato all’evento “Expo Lis e della cultura sorda” organizzato dal gruppo “IntegraLis”, composto da tre giovani sordi che promuovono l’integrazione fra persone sorde e udenti realizzando laboratori di lingua dei segni, nei quali è vietato parlare e consentito solo esprimersi con le mani e l’espressione corporea.

Gli studenti hanno volentieri accettato di mettersi in gioco, riuscendo a presentarsi e a dare qualche informazione di sé utilizzando esclusivamente la comunicazione visivo-gestuale.

Il 20 aprile si è tenuto un incontro a scuola, basato sulla testimonianza (integralmente in lingua dei segni) di Mauro Dori, giovane docente di lingua dei segni, sordo dall’età di un anno e figlio di genitori sordi. Gli studenti hanno seguito con la massima attenzione, realizzando così un momento di reale integrazione e significativo apprendimento.

Nonostante le difficoltà legate ad un modo di comunicare completamente diverso da quello a cui siamo abituati, i ragazzi e le ragazze che hanno partecipato hanno saputo entrare con tatto ed interesse in un mondo fatto non di parole ma di segni, movimenti, sguardi ed espressioni corporee.

Prof.ssa Mariarosaria Maggio

 

 

Green School una scuola senza muri

 

 

 

 

 

 

 

 

Nella sede di via Trentini dell’Istituto Einaudi si è svolta la seconda fase del progetto “Green School“, durante la prima mobilità del progetto Erasmus in Italia.

Dopo aver portato gli studenti italiani, rumeni e spagnoli a visitare la Milano del bosco verticale, ne abbiamo realizzato uno nella nostra scuola, logicamente molto più piccolo, nell’ingresso della sede di via Trentini. Il professor Zanni si è preso cura di questa parte del progetto, realizzando la struttura di sostegno, scegliendo le piante e gli elementi decorativi.

I ragazzi del progetto Erasmus hanno scritto in inglese le proprie considerazioni, realizzato foto e filmati e creato un Google Site.

Per visionare altre immagini cliccare qui

Articolo tratto dal sito  Altervista “Non volevo le prime” al seguente link 

Sabato 21 aprile, alle ore 17.30, si terrà lo spettacolo “Sgiansa”, presso il Teatro del Buratto Bruno Munari di Milano

Volantino realizzato dalla Prof.ssa Ricardi

Gentilissimi, vi invito allo spettacolo Sgiansa, che si terrà al in via Bovio 5 a Milanosabato 21 aprile alle 17.30, che vedrà la partecipazione di musicisti, detenuti del IV reparto del carcere di Bollate, studenti dell’Istituto Einaudi di Varese, dell’ICS Munari di Milano e del Liceo Quasimodo di Magenta. Lo spettacolo ha il patrocinio dell’Associazione Sulle Regole di Gherardo Colombo.

In seguito alla sua collaborazione ormai triennale con il Carcere di Bollate, l’Istituto Einaudi di Varese  si è rivolto a Sebastiano Cognolato affinché  scrivesse una partitura musicale per uno spettacolo a cui partecipassero attivamente studenti e detenuti.
Ci interessava il coinvolgimento di energie “povere” della città e la loro valorizzazione attraverso la musica.

 A Cognolato premeva  lavorare su un progetto legato a una microsocietà senza voce/valore: quindi un’opera che nascesse per quanto possibile dalle energie interne al carcere, e che raccontasse quella storia.

Detenuti e studenti hanno allora costruito gli strumenti musicali con materiale di recupero, partendo da idee originali (non copie di strumenti esistenti). Così è nata la Jail Opera “Sgiansa”. La partecipazione dei detenuti è stata intensa, hanno costruito un enorme totem sonoro (la Sgiansa, appunto), e poi una serie di strumenti più piccoli che provengono dalle loro culture individuali: tricballac calabresi del venerdì santo, cajon peruviani decorati, log drum e ancora tubi sonori, sonagli, e pure le chiavi delle celle, che producono un fischio assordante.

La partitura musicale di Cognolato lascia molta libertà, gli strumenti dei detenuti accompagnano ottoni, percus

sioni, voci bianche, cori ritmici e bisbiglii in diverse lingue, con una minima dose di ironia (uno dei pezzi è un’elaborazione da L’arte della fuga); ha anche preparato una base su cui la band dei detenuti di Bollate eseguirà un pezzo rap originale a metà concerto.

Vi aspetto numerosi!!

Con preghiera di diffusione