Home » Articles posted by Vito Natale (Page 12)

Author Archives: Vito Natale

Educazione e metaverso: la didattica del futuro

A dirla tutta, il concetto di metaverso, in relazione ai processi educativi e didattici, non ha inventato nulla di nuovo in termini di nuove tecnologie. Da quando nelle nostre vite strumenti come smartphone e tablet sono diventati pervasivi, sono prolificate anche migliaia di applicazioni dedicate all’apprendimento.

La pandemia ha certamente avuto un impatto rilevante nell’accelerazione dell’utilizzo in ambito lavorativo di tecnologie basate sull’intelligenza artificiale, la robotica, la realtà virtuale aumentata… La richiesta di competenze tecnologiche avanzate è diventata crescente in tutti i principali settori delle professioni. Anche nella scuola la richiesta di competenze digitali è notevolmente aumentata e non si può più aspettare.

Con il Decreto ministeriale n. 161 del 14 giugno 2022 è stato adottato il Piano Scuola 4.0, con lo scopo di realizzare ambienti di apprendimento ibridi, che possano fondere le potenzialità educative e didattiche degli spazi fisici concepiti in modo innovativo e degli ambienti digitali. Il Piano, previsto dal PNRR quale strumento di sintesi e di accompagnamento all’attuazione delle relative linee di investimento, vuole fornire un supporto alle azioni che saranno realizzate dalle istituzioni scolastiche nel rispetto della propria autonomia didattica, gestionale e organizzativa.

Il Piano Scuola 4.0 intende favorire la transizione digitale del sistema scolastico italiano con la trasformazione di almeno 100.000 aule delle scuole primarie e secondarie in ambienti di apprendimento innovativi adattivi e flessibili, connessi e integrati, tecnologie digitali, fisiche e virtuali, e la creazione di laboratori per le nuove professioni digitali in tutte le scuole superiori, interconnessi con le imprese e le start-up innovative per la creazione di nuovi posti di lavoro nel settore delle nuove professioni digitali (come l’intelligenza artificiale, la robotica, la cybersecurity, etc.), identificando altresì le fasi previste per la sua attuazione, in particolare in relazione ad avvisi pubblici, decreto di assegnazione, flussi finanziari di rendicontazione e pagamento e procedure relative alle istituzioni scolastiche in qualità di soggetti attuatori (Decreto 161/2022, pag. 5).

Gli ambienti fisici di apprendimento non possono essere oggi progettati senza tener conto anche degli ambienti digitali (ambienti on line tramite piattaforme cloud di e-learning e ambienti immersivi in realtà virtuale) per configurare nuove dimensioni di apprendimento ibrido. L’utilizzo del metaverso in ambito educativo costituisce un recente campo di esplorazione, l’eduverso, che offre la possibilità di ottenere nuovi “spazi” di comunicazione sociale, maggiore libertà di creare e condividere, offerta di nuove esperienze didattiche immersive attraverso la virtualizzazione, creando un continuum educativo e scolastico fra lo spazio fisico e lo spazio virtuale per l’apprendimento, ovvero un ambiente di apprendimento onlife. (Piano Scuola 4.0)

Ma cosa si intende per “metaverso”? E per “eduverso”?

Metaverso, nella traduzione italiana, significa realtà digitale che combina aspetti dei social media, del gioco online, della realtà aumentata e di quella virtuale.

La parola metaverso non è nuova: è stata coniata dallo scrittore di fantascienza Neal Stephenson in un suo romanzo distopico, Snow Crash, pubblicato nel 1992. Il termine indicava una rete mondiale in fibra ottica che rendeva rapidissima la diffusione di un virus informatico che agiva in uno spazio virtuale 3D e che colpiva il cervello degli hacker.

Il Metaverso si sviluppa nel digitale, la sua materia è composta dai dati e dalle informazioni, in stretta correlazione con l’universo dell’oggettivo, la sua struttura è spazio-temporale, la stessa dell’universo fisico. È una struttura composta da lunghezza, larghezza, profondità e tempo: il ciberspazio. (Informatica e Ingegneria Online).

Possiamo immaginare e vedere il metaverso come un universo digitale composto da molteplici e variati elementi tecnologici dove gli utenti, attraverso dei visori, possono creare immagini o rappresentazioni grafiche per rappresentare sé stessi all’interno di una comunità virtuale, creare oggetti, oppure andare a concerti, partecipare a eventi e conferenze, vivere viaggi e molto altro. Sempre in questa realtà possono essere ricostruiti ambienti e spazi dove vivere esperienze con una forte valenza emotiva, ma anche educativa, dalle pratiche sportive alle aule universitarie: infatti la dimensione virtuale permette di provare esperienze estremamente significative che rimarranno impresse come se fossero reali.

All’interno del Metaverso stanno nascendo i “sottoversi” (sub-verses) di settore, tra i quali anche quello che riguarda i processi educativi (Eduverse).

L’immagine evocativa è quella di una classe di alunni che, grazie a visori di realtà virtuale possano muoversi su linee temporali e studiare, insieme agli insegnanti, la divina commedia o altri eventi storici, con un approccio immersivo, ludico ed esperienziale.

Un apprendimento di questo tipo, orientato all’esperienza in prima persona, favorirebbe negli studenti l’apprendimento di tipo:

  •  Attivo: i bambini sarebbero coinvolti direttamente nell’ambiente, senza ricevere passivamente nozioni e informazioni;
  • Coinvolgente: gli alunni partecipano direttamente agli eventi;
  • Integrato: l’ambiente di apprendimento è parte del mondo che li circonda.
  • Interattivo: ogni attività ludico-educativa è orientata all’interazione sociale, con l’ambiente e con gli altri.

Video spot montato dall’alunno Andrea Garofalo

Dagli occhiali ai gioielli: l’arte si impara sui banchi di scuola

Tra i percorsi formativi che permettono l’ingresso diretto nel mondo del lavoro, le scuole varesine offrono due opzioni in settori molto sfidanti.

Vederci chiaro sul futuro: arti ausiliarie delle professioni sanitarie.

Partecipa Controllano la vista, misurano miopia o presbiopia, realizzano su misura gli occhiali che correggono i difetti di vista. Sono gli ottici, all’interno di un negozio o in un laboratorio, e sono in grado di realizzare lenti graduate di correzione dei difetti visivi. La professione si impara sui banchi di scuola.

A Varese, unico in tutta la provincia, il percorso di studio è all’istituto Einaudi di via Bertolone: Arti ausiliarie delle professioni sanitarie – Ottico.

In cinque anni, gli studenti vengono preparati per affrontare l’esame di abilitazione richiesto diventare ottico: «È sempre l’Einaudi che offre gli esami di abilitazione sia ai propri studenti sia a esterni – spiega la dirigente Samatha Emanuele –  Il percorso, ormai avviato con successo da 10 anni, è strutturato così da consentire ai diplomati di affrontare subito l’esame di abilitazione per poi poter entrare immediatamente nel mondo del lavoro».

Fonte Varesenews

Ti aspettiamo  all’OPEN DAY

VENERDÍ 2 DICEMBRE ore 17:00 -19:00 – Via Trentini

ARTI AUSILIARIE DELLE PROFESSIONI SANITARIE: OTTICO

SABATO 3 DICEMBRE ore 16:00 – 19:00 – Via Bertolone

SERVIZI COMMERCIALI PER IL TURISMO ACCESSIBILE E SOSTENIBILE

SERVIZI PER LA SANITÀ E L’ASSISTENZA SOCIALE

SERVIZI CULTURALI E DELLO SPETTACOLO

Il ruolo delle donne varesine nella resistenza

Nell’ambito della progettazione di Educazione civica, mercoledì 30 novembre gli alunni delle classi 3A,3C,3G,3M,4C,4O hanno partecipato, presso l’aula magna di via Bertolone, ad un incontro con la sig.ra Ester De Tomasi, presidente provinciale ANPI.

Il tema affrontato è stato “Il ruolo delle donne varesine nella resistenza”. La sig.ra Ester De Tomasi lo ha raccontato attraverso la storia di due donne: Irene Rossetti, operaia presso la Bassetti di Rescaldina che si è ribellata per difendere e pretendere il rispetto dei propri diritti pagando con gli orrori della deportazione a Mauthausen e ad Auschwitz e di Vera Bossi, staffetta, che ha difeso i valori di libertà e di democrazia.

La sua riflessione si è impreziosita con il racconto della storia della sua famiglia: una testimonianza diretta, commossa; una storia di coraggio e di impegno. Fare memoria combatte l’indifferenza e sviluppa la consapevolezza che la libertà e la democrazia sono state conquistate a duro prezzo anche dalle donne di Varese.